La Nuova Sardegna

Sassari

Le indagini

Sassari, ragazza segregata e filmata dall’aguzzino: il video inviato alla madre

di Luca Fiori
Sassari, ragazza segregata e filmata dall’aguzzino: il video inviato alla madre

La giovane è in una struttura protetta. La mamma: «Mia figlia ha bisogno di protezione e chiedo che sia tutelata la sua privacy»

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Sassari Quindici giorni di cure, ferite profonde in più parti del corpo e una notte di violenze che le ha lasciato segni pesantissimi, sia fisici che psicologici. Sono drammatici i contorni della vicenda che venerdì scorso ha portato una giovane di poco più di 20 anni a essere affidata ai servizi sociali, dopo la brutale aggressione, subita dal convivente, all’interno di un abitazione in vicolo Bertolinis, a pochi passi da piazza Azuni, nel centro di Sassari.
Secondo quanto emerso dalle indagini, all’origine della violenza domestica ci sarebbe un presunto furto di alcune dosi di droga che la ragazza - originaria di un paese del circondario - avrebbe sottratto al compagno, un 33enne ghanese, arrestato dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile. Giovedì, nel cuore della notte, l’uomo - già noto dalle forze dell’ordine - avrebbe rintracciato la ragazza nella zona San Donato. Dopo averla costretta a rientrare a casa, avrebbe iniziato una lunga e feroce tortura ne suoi confronti. La giovane sarebbe stata picchiata per ore e frustata con una cinghia, riportando segni profondi in tutto il corpo. Un elemento decisivo per l’intervento immediato dei militari dell’Arma è stato un video delle violenze che l’uomo avrebbe inviato alla madre della ragazza, chiedendo la donna si attivasse per la restituzione della droga. 
Sconvolta dalle immagini, la donna ha immediatamente contattato i carabinieri, permettendo l’arrivo dei soccorsi. La giovane venerdì mattina è stata accompagnata in ospedale e una volta dimessa, viste le condizioni di estrema vulnerabilità, è stata affidata ai servizi sociali, che ora la stanno seguendo con un percorso di protezione, assistenza e supporto psicologico in una struttura protetta. 
La madre, contattata dalla Nuova Sardegna ha scelto il silenzio sul contenuto della vicenda, affidando però al giornale un appello accorato: «Preferisco non commentare quello che è accaduto – ha detto – ma chiedo che mia figlia venga protetta e che sia tutelata la sua privacy». 
Le accuse contestate dalla Procura della Repubblica al 33enne sono pesantissime: sequestro di persona a scopo di estorsione, tortura e lesioni, oltre ad altri reati ancora al vaglio degli investigatori. Difeso dall’avvocato Massimiliano Tore, l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Bancali su disposizione del sostituto procuratore Angelo Beccu.

Nella mattina di oggi, 8 dicembre, comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari Gian Paolo Piana per l’udienza di convalida dell’arresto. La giustizia si era già occupata di lui. A settembre di quest’anno era stato arrestato per spaccio di droga proprio dai carabinieri, ma aveva patteggiato un anno di reclusione, tornando subito in libertà.

Cinque anni fa era invece finito in manette con l’accusa di tentato omicidio, per l’accoltellamento di un altro straniero, in un centro di prima accoglienza di Marritza, ma in quel procedimento era stato assolto. Venerdì a metà mattina quando i militari dell’Arma sono intervenuti in vicolo Bertolinis hanno trovando la giovane ferita, con gli abiti strappati e segni evidenti di percosse e un trauma facciale. La donna è stata soccorsa e per l’uomo sono scattate le manette.

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