La Nuova Sardegna

Olbia

Il piano urbanistico

Olbia, in Consiglio il via libera al Puc: la minoranza si spacca in tre

di Dario Budroni

	La giunta comunale durante il Consiglio (foto Vanna Sanna)
La giunta comunale durante il Consiglio (foto Vanna Sanna)

Applausi dopo il voto. Confermato il no al progetto di Costa Turchese

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Olbia La giornata è di quelle importanti ed è così un applauso a chiudere il sipario sulla lunga seduta di via Garibaldi. Il Piano urbanistico comunale supera la prova del Consiglio e la maggioranza guidata da Settimo Nizzi porta a casa anche quattro voti provenienti dai banchi dell’opposizione. Il Pd, come ampiamente previsto, preme il bottone rosso. Vota insieme alla maggioranza, invece, il gruppo Liberi. Si astiene l’unico consigliere M5s. Opposizione in ordine sparso a parte, in aula, oggi, 12 maggio, sono state confermate le indiscrezioni e le tendenze della vigilia. Una su tutte Costa Turchese: il vecchio progetto della famiglia Berlusconi a Capo Ceraso non vedrà mai la luce. L’altra novità di rilievo, rispetto al Puc che era stato adottato nel 2020, è che aumentano in modo significativo le zone H, cioè quelle di massima tutela per questioni di valore paesaggistico e archeologico. Poche le differenze per quanto riguarda la città. «Era ora – esordisce il sindaco Nizzi riferendosi ai passati tentativi di pianificazione –. Ora presentiamo uno strumento molto più snello con l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei cittadini». Poi, consapevole del fatto che i vincoli non genereranno solo applausi, aggiunge: «Olbia è un posto dove si vive bene e dobbiamo proseguire su questa strada, ma tutti noi dobbiamo anche rinunciare a qualcosa per il bene della città. Questo non è un Puc di lunga durata, ha un orizzonte di 10-15 anni. Chi verrà dopo di noi farà delle scelte adeguate ai tempi futuri».

Il piano. Il Consiglio ha dato il via libera all’adozione del Puc, in adeguamento al Ppr e al Pai. Adesso si aprirà la fase delle osservazioni dei cittadini e poi tutto passerà per gli uffici regionali. Un Puc che arriva dopo le adozioni del 2004 e del 2020, con quella di cinque anni fa che ricevette 167 pagine di osservazioni proprio dalla Regione. «Abbiamo optato per una nuova adozione per dare la possibilità ai cittadini di conoscere e studiare il nuovo piano» spiega l’assessore all’Urbanistica Bastianino Monni. A illustrare le linee generali sono stati due tecnici, Giuseppe Scanu e Sergio Dinale. «Come ha già detto l’assessore Monni, questo è un progetto green» dice Scanu. A guidare lo studio sono state in buona parte le numerose osservazioni che erano state presentate dalla Regione. Anche per questo scompare definitivamente il progetto di una struttura extra lusso a Capo Ceraso. In altre parole Costa Turchese, che per decenni era stata sostenuta dallo stesso Nizzi, forzista doc e amico personale di Silvio Berlusconi. Una eliminazione a cui l’assessore Monni, però, vuole anche dare un significato di tipo politico. «Lì una volta erano previsti 2 milioni di metri cubi – dice –. Ora, invece, liberiamo totalmente Capo Ceraso, che diventa il fiore all’occhiello della tutela ambientale. Nessuna colata di cemento». Restano, come appare dalle mappe, i progetti di almeno altri due hotel (minimo 5 stelle): uno a Sa Testa e l’altro nella zona di Portisco. Poi le frazioni. A San Pantaleo si punta a preservare l’esistente senza nuove lottizzazioni. Arriveranno dei parcheggi. Cambiano poche cose a Berchiddeddu, dove nascerà la prima area attrezzata per i camper, mentre a Murta Maria è previsto un nuovo sviluppo lontano dal mare, più un impianto sportivo. A Porto Rotondo si riducono, rispetto al 2020, le aree destinate all’alberghiero. Poi c’è Olbia città: le aree di espansione restano più o meno le stesse. Tra le novità la scomparsa della lottizzazione di Sa Fossa, in zona Baratta, una delle aree più colpite dall’alluvione. E a proposito di alluvione, Nizzi ha ricordato che il Puc è stato adeguato al nuovo Pai, che ha liberato dai vincoli numerose aree edificabili. «A Olbia c’è fame di edilizia – sottolinea il sindaco –. Oggi i prezzi sono alti perché ci sono poche case». A tenere banco, in più di un intervento, la questione delle zone H che, soprattutto sulla base delle osservazioni della Regione, sono passate dal 23 al 41 per cento del territorio comunale, a discapito delle zone agricole. Fattore che riduce ulteriormente i margini di manovra dei proprietari dell’agro.

Le minoranze. È chiaro il fatto che i consiglieri della vecchia coalizione civica si muovano sempre più da separati in casa. Il Pd (assente per motivi di salute Rino Piccinnu) ha votato no. «Ci sono più perplessità – dice Gianluca Corda –. Il dato politico è che si riparte nuovamente da zero, con un nuovo iter, dopo 167 pagine di osservazioni. È evidente che si debba chiarire se si tratti di una nuova programmazione urbanistica, oppure, più semplicemente, come pensiamo, l’accoglimento di una “maxi variante” al piano 2020 dettata dalla Regione». Ivana Russu, capogruppo Pd, aggiunge: «A Capo Ceraso la responsabilità politica è stata quella di averla prevista quella cubatura. Il no è arrivato non dall’amministrazione ma dalla Regione e anche da scelte imprenditoriali che sono cambiate. Resta ancora un hotel con campo da golf a Sa Testa, siamo contrari». Discorsi diversi dai banchi di Liberi, gruppo con anime indipendenti, civiche e di centrodestra. Eugenio Carbini provoca ma fino a un certo punto: «Questo Puc è di sinistra. A Costa Turchese era prevista una colata di cemento di oltre 2 milioni di metri cubi. Il Puc, invece, azzera tutto e trova la mia condivisione». Davide Bacciu, non troppo felice per il raddoppio delle zone H, alla fine dice che il Puc porta avanti contenuti ambientali che «possono essere sostenuti». La seduta si conclude dunque così: 21 voti favorevoli (tra cui i 4 di Liberi), 5 no del Pd e un astenuto (Alfideo Farina del M5s).

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