La Nuova Sardegna

Oristano

L’inchiesta

Posti di lavoro in cambio di voti, le prime segnalazioni un anno fa

di Enrico Carta
Posti di lavoro in cambio di voti, le prime segnalazioni un anno fa

I retroscena dell’indagine della Digos sul ruolo di Maria Immacolata Orrù e le sue promesse elettorali

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Oristano Il 4 e il 6 febbraio 2024, pochi giorni prima che si tenessero le elezioni regionali, qualcuno si era già accorto di quanto stava accadendo o, per lo meno, aveva ricevuto delle segnalazioni e delle richieste di chiarimento su quelle strane attività che la moglie di uno dei candidati stava compiendo. Era soprattutto Santa Giusta il fulcro dei vari movimenti elettorali di Maria Immacolata Orrù, la sassarese consorte dell’aspirante consigliere allora in lista per l’Udc, Giancarlo Serra, un perfetto sconosciuto capace però di raccogliere quasi mille voti. Un bel bottino. Sua moglie, assieme ad altre quattordici persone di cui non si conosce l’identità, è indagata nell’inchiesta per voto di scambio condotta dalla Digos di Oristano sotto il coordinamento della procura.

Ed è alla sua figura che probabilmente faceva riferimento Antonello Figus, ex sindaco di Santa Giusta e candidato a sua volta nello schieramento di centro destra che alle scorse elezioni regionali sosteneva Paolo Truzzu, quando il 4 e il 6 febbraio di un anno fa scriveva nel suo profilo social due post. Nel primo esordiva così: «Attenzione», scritto tutto in maiuscolo, per poi proseguire: «Mi giungono sempre più spesso notizie di una signora che promette delle assunzioni presso una fantomatica casa di riposo in costruzione a Santa Giusta. Vi posso assicurare che non c’è nessuna casa di riposo in costruzione a Santa Giusta e neanche un progetto e ancora meno un terreno in cui si possa realizzare a breve. Al termine dei colloqui pare che chieda il voto alle imminenti elezioni regionali per una persona candidata. Diffidate sempre di chi promette posti di lavoro in concomitanza della richiesta di un voto, perché spesso si tratta solo di fantasia. Un’azienda seria assume per le competenze che avete non in cambio di un voto, quindi votate pure per chi volete e poi se arriverà un’assunzione sarà per le vostre competenze e soprattutto avrete la certezza di non essere stati imbrogliati. Fate girare e faremo in modo che molte persone non cadano nella trappola. Non dimenticate che questo modo di agire è un reato punito penalmente e chi collabora è considerato un complice. Buona domenica».

Fu buon profeta allora, ma due giorni dopo ritornò sulla vicenda con un secondo post: «La saga continua, ora qualcuno annuncia corsi gratuiti per operatore socio sanitario presso la scuola professionale Anap di Santa Giusta. Essendo un consigliere di amministrazione di Anap Sardegna posso categoricamente smentire questa notizia. I corsi per Oss di Anap Sardegna sono esclusivamente autofinanziati, cioè a pagamento da parte dei corsisti». Non scriveva a caso, ma quei due inviti via social agli elettori furono figli di una serie di telefonate, di messaggi e di conversazioni che scambiò con parecchie persone. Tutte, non solo dal paese lagunare, ma anche da Oristano e da altre località della provincia, gli segnalarono i continui colloqui che avrebbero avuto come ispiratrice Maria Immacolata Orrù. Lo stesso Antonello Figus, una volta appreso quale fosse il terreno deputato a far sorgere la casa di riposo in cui, stando alle promesse, avrebbero dovuto lavorare decine di disoccupati o di precari della provincia, parlò coi proprietari. Questi gli risposero che avevano avuto dei contatti fugaci con delle persone in cui si prospettava un’eventuale cessione proprio per la costruzione di una Rsa, ma che poi nemmeno si era arrivati a intavolare una trattativa.

Stesso discorso avvenne per i corsi che si sarebbero dovuti svolgere all’Anap. L’istituto fa sì corsi per operatori socio sanitari, ma i partecipanti li pagano di tasca propria o, nel migliore dei casi, sono sovvenzionati da ditte specializzate che devono formare il personale per strutture da avviare o già avviate. Questa illusione si sarebbe materializzata in una quasi protesta che avvenne sempre in quei giorni al termine di un consiglio comunale a Santa Giusta. Un gruppo di una quindicina di persone fece infatti pressione affinché l’assemblea civica discutesse del caso, accusando la minoranza guidata proprio da Antonello Figus di voler impedire lo sviluppo occupazionale della zona per interessi elettorali – per inciso, Antonello Figus prese poco più di 700 voti, pur essendo molto conosciuto in zona e avendo amministrato per due consiliature il paese –.

Sono nuovi tasselli che si aggiungono all’inchiesta che ancora deve compiere ulteriori passi soprattutto dal punto di vista della procedura. La Digos di Oristano, guidata dalla dirigente Federica Sanna, ha consegnato nei giorni scorsi alla procura una notevole mole di documenti da cui si avincerebbe che le squadre di cerca voti sguinzagliate in quel periodo – si racconta di riunioni nei bar e persino in case private – sarebbero state perfettamente a conoscenza della missione da compiere.

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