La Nuova Sardegna

Il fatto

La denuncia choc: «I miei genitori con il tumore sono rimasti senza medico»

di Giovanni Bua
La denuncia choc: «I miei genitori con il tumore sono rimasti senza medico»

A Bonorva è emergenza: oltre 2700 pazienti non hanno assistenza. Il sindaco: «C’è tanta paura, mi hanno chiesto di rimettere il camice»

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Bonorva «Se non trovano proprio nessuno facciamo come a Lanusei, con i medici arrivati da Cuba. Bonorva è un paese accogliente e si troveranno benissimo». Non sa più a che santo rivolgersi Michele, dopo averle provate tutte per trovare un medico di base ai suoi anziani genitori: 87 anni il padre, 84 la mamma, entrambi pazienti oncologici. Dal primo aprile il loro storico medico di famiglia, che li segue da 34 anni, andrà in pensione. E insieme a lui anche la moglie, con cui condivide professione e studio. Risultato: oltre 2700 pazienti, principalmente residenti a Bonorva, ma anche nei paesi vicini (soprattutto a Torralba e Semestene) si troveranno senza dottore.

«Come prima cosa ho provato a connettermi al sito per la scelta del medico con lo Spid dei miei genitori – racconta Michele, che da qualche anno non risiede più nel paese del Meilogu –, non c’è nessun medico disponibile su cui accasarsi nel sistema, neanche nei paesi limitrofi come Pozzomaggiore, Cossoine, Torralba e Bonnanaro. Allora ho chiamato il sindaco D’Agostino, medico a sua volta, e ho condiviso con lui la mia preoccupazione per i miei genitori e in generale per i tanti bonorvesi, di cui molti anziani, che tra qualche settimana non avranno più un punto di riferimento. Mi ha detto che la Asl è a conoscenza del problema, e che lui stimola continuamente una risposta da parte loro. Ma che per ora, purtroppo, si può solo aspettare».

Inutile sottolineare quale effetto potrebbe avere una mancata risposta immediata da parte dell’azienda sanitaria: «A Bonorva – sottolinea Michele – ci sono altri due medici in servizio, anche loro strapieni. Chiaramente, essendo un paese in cui tutti si conoscono, hanno dato disponibilità come altri a venire incontro agli anziani per le emergenze, e per compilare qualche ricetta. Ma è evidente che non si può andare avanti a lungo. Già perdere un medico che ti segue da oltre trent’anni per due persone anziane e fragili come i miei genitori, e come tanti altri anziani come loro, è un brutto colpo. Non poter ricostruire un rapporto con un nuovo medico ma “arrangiarsi” come si può è davvero inaccettabile».

La preoccupazione è condivisa e la tensione tra gli oltre tremila residenti del paese sale. Al punto che in molti sono andati a bussare alla porta del primo cittadino Massimo D’Agostino chiedendogli di indossare di nuovo il camice e di prendere lui in carico i pazienti.

«Capisco il momento di confusione e disorientamento – spiega lui – ma, per adesso, ho deciso di dedicarmi al Comune con tutto me stesso e, soprattutto, in esclusiva, perché, almeno per quanto mi riguarda, la funzione di sindaco mi impegna ogni singolo istante della mia giornata e non potrei avere altro per la testa, figuriamoci fare il medico di base. Quindi, ringrazio tutti coloro che mi stanno interpellando in queste ore ma, a parte qualche sporadica sostituzione, non intendo assumere alcun incarico di medicina di base. Siamo in contatto costante con la Asl che a giorni bandirà i conferimenti provvisori. Purtroppo c’è la concreta possibilità che, come spesso accade, andranno deserti. In quel caso attiveranno l’Ascot, che potrà coprire almeno l’emergenza relativa alle ricette ma non quella dell’assistenza. E andrà bandito il concorso e incrociare le dita, perché ci sono paesi che sono da anni che non trovano un medico disposto ad aprire l’ambulatorio. Purtroppo il problema ormai è strutturale e comune a tutti. E nell’arco di un paio d’anni anche gli altri due medici in servizio a Bonorva andranno in pensione. Speriamo per allora che si arrivi a vere soluzioni, o la sanità territoriale rischia davvero il definitivo collasso».

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