La Corte Costituzionale dice sì all’adozione internazionale per i single
Il Pd esulta: «Stop alle discriminazioni»
Milano Anche i single in Italia possono adottare bambini dall'estero in situazione di abbandono. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con una sentenza depositata oggi. I giudici della Consulta hanno dichiarato, infatti, costituzionalmente illegittimo l'articolo 29-bis, comma 1, della legge sulle adozioni (numero 184 del 1983, ndr) nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all'estero. Al momento, ciò è consentito soltanto alle coppie sposate da almeno tre anni. La Corte, chiamata a pronunciarsi sulla disciplina dell'adozione internazionale che non include le persone singole fra coloro che possono adottare, in relazione al caso di una donna di Firenze al via nel 2019, ha affermato che l'esclusione dei single si pone in contrasto con gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La disciplina dichiarata illegittima, secondo la Consulta, "comprimeva in modo sproporzionato l'interesse dell'aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l'adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore".
"L'interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa a adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona - fa notare la Corte Costituzionale - e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore".
Evidenziate le garanzie poste a tutela del minore, la Corte ha anche osservato che, nell'attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle persone singole rischia di "riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso".
Il verdetto della Consulta alimenta il dibattito politico. Secondo Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd, "è una svolta storica. Perché mette al primo posto i diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. Ora il Parlamento intervenga, adegui la normativa e cancelli ogni ostacolo ideologico. E adesso si vada oltre: questo diritto deve essere esteso anche alle coppie omogenitoriali. Basta discriminazioni, basta pregiudizi".
Per la Lega, invece, prima bisogna estendere le adozioni anche alle coppie non sposate ma conviventi, purché eterosessuali. "La sentenza della Consulta dev'essere l'occasione per rivedere la normativa delle adozioni e aggiornarla alle necessità odierne. L'obiettivo è renderle più veloci e meno costose, coinvolgendo nelle adozioni internazionali anche coppie eterosessuali stabilmente conviventi".
Riccardo Magi, segretario di +Europa, dal canto suo, definisce "quella di oggi è una giornata storica per i diritti". La sentenza della Consulta di oggi - aggiunge - "è un passo in avanti che ha ovviamente visto la Presidenza del Consiglio opporsi, alla faccia della retorica della famiglia e della necessità di fare figli".
Secondo Magi, ancora, "è urgente arrivare a una modifica della legge, affinché siano possibili per i single anche adozioni nazionali". E gli fa eco Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera: "Bene la sentenza di oggi. Spero presto valga anche per le adozioni nazionali, come chiede la mia proposta di legge".