«Anziani vessati e minacciati» nella casa di riposo di Sorso, il pm chiede 9 rinvii a giudizio
Noli me Tollere, fissata l’udienza davanti al gip per il 10 aprile
Sassari Sono nove le richieste di rinvio a giudizio per la vicenda dei presunti maltrattamenti all’interno della casa di riposo Noli me tollere” di Sorso, finita due anni fa sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica di Sassari dopo il racconto di alcuni ex dipendenti, che avevano riferito di anziani vessati e minacciati.
L’udienza davanti al giudice dell’udienza preliminare Gian Paolo Piana è stata fissata per il prossimo 10 aprile, data in cui si deciderà se tutti e nove gli indagati dovranno affrontare il processo e che tipo di rito sceglieranno. Le posizioni sono diverse. Per due degli indagati le accuse non sono legate ai maltrattamenti, ma al presunto ostacolo delle indagini. Al rifiuto cioè di collaborare con i Nas per l’installazione di telecamere e microspie all’interno della struttura per anziani.
Le posizioni più gravi per il giudice delle indagini preliminari sarebbero quelle della responsabile della casa di riposo Maria Franca Lupino, 59 anni, originaria di Castelsardo e residente a Porto Torres, e la dipendente, Emanuela Gaspa, 51 anni, di Sorso. Nei loro confronti era stato emesso un provvedimento di sospensione per 12 mesi dall’attività professionale, pubblica e privata, oltre allo stop alla gestione e contatti con persone anziane o non autosufficienti. Entrambe devono rispondere di maltrattamenti. Maria Franca Lupino, insieme a una terza dipendente, è accusata anche di abbandono di incapace a seguito della morte di un’anziana ospite con problemi di deglutizione. La donna poteva ingerire esclusivamente pasti solidi ed era deceduta il 10 maggio del 2023, soffocata dal cibo con cui era stata imboccata dall’assistente, che si sarebbe poi allontanata per parlare al cellulare. L’indagine della Procura, che aveva avviato due inchieste parallele per maltrattamenti e per omicidio colposo, era partita proprio dopo la morte dell’anziana.
Il pm Ermanno Cattaneo aveva iscritto nel registro degli indagati inizialmente sei dipendenti della struttura che non avrebbero vigilato sulla donna. Si era poi aggiunta una socia della Lupino accusata insieme a lei di aver erogato prestazioni sanitarie senza le autorizzazioni e le due persone che si sarebbero rifiutate di collaborare con i Nas nella fase finale delle indagini. Dalle intercettazioni e videoriprese in mano agli inquirenti sarebbe emersa la «disumanità con la quale venivano gestiti gli ospiti della struttura», aveva scritto il gip Sergio De Luca nell’ordinanza con cui ad agosto di due anni fa aveva disposto i sigilli nella residenza. Secondo i riscontri investigativi dei carabinieri del Nas, gli anziani venivano minacciati, insultati, legati alle carrozzine con le lenzuola, percossi e pizzicati. Comportamenti violenti che gli inquirenti attribuiscono a Emanuela Gaspa con l’avallo dell’amministratrice Lupino. Gli ospiti più problematici venivano messi a letto alle 13, lasciati senza cena e fatti uscire solo l’indomani mattina. Molti di loro, poi, sarebbero stati lasciati in condizioni igieniche precarie, fatti girare per i corridoi nudi o con indosso solo il pannolone. Non solo maltrattamenti fisici e psicologici. Nel centro anziani i Nas, grazie anche alle testimonianze di dipendenti, ospiti e familiari, hanno costatato che mancava il riscaldamento d’inverno, l'aria condizionata d’estate, l’acqua calda, e il cibo era in cattivo stato di conservazione.