La Nuova Sardegna

Sassari

Il decreto

Ozieri, don Angelo Angioni è venerabile: la diocesi è in festa

di Mario Girau
Ozieri, don Angelo Angioni è venerabile: la diocesi è in festa

Primo passo verso la santità per il sacerdote di Bortigali

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Ozieri Il Papa nei giorni scorsi l’ha proclamato “venerabile”, ma per il popolo della diocesi di Ozieri e per i suoi compaesani di Bortigali don Angelo Angioni è quasi beato.
Non hanno tutti i torti, perché nella “positio” - la relazione sulla sua vita conservata negli archivi vaticani - sarebbero registrati anche fatti eccezionali a lui attribuiti post mortemi. Nel decreto pontificio Leone XIV ha voluto esprime con parole di grande intensità la forza della testimonianza di don Angelo, «che ha vissuto il Vangelo con la semplicità dei piccoli e la forza dei grandi. Ha portato la luce di Cristo tra gli uomini, edificando - scrive il Papa - con la carità più che con le pietre e mostrando che la santità non conosce confini, ma fiorisce ovunque ci sia un cuore che ama».
Primo interprete della gioia ozierese si è fatto il vescovo, monsignor Corrado Melis: «La proclamazione a venerabile di padre Angelo Angioni, figlio della nostra terra e missionario in Brasile, è un dono che ci riempie di emozione e gratitudine. Accogliamo questa notizia - dice il presule logudorese - come una grazia che rinnova e consola la nostra Chiesa diocesana. Tanti lo ricordano ancora con commossa riconoscenza, testimoni delle sue virtù evangeliche, della sua fede ardente e lieta. Nella sua persona, la spiritualità profonda della Sardegna si è intrecciata con la concretezza del servizio e l’ardore missionario vissuto nel sud America».
Nato a Bortigali il 14 gennaio 1915 in una famiglia di contadini e allevatori che nel 1917 si trasferisce a Ozieri nel territorio della parrocchia di santa Lucia - guidata da don Gavino Dettori, prete “alla don Bosco” - dove si formano i fratelli Antonio e Angelo, entrambi futuri sacerdoti. Il primo negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso sarà arcivescovo di Pavia. Angelo, entra giovanissimo nel seminario diocesano di Ozieri, per 4 anni studia in quello di Monza delle Missioni estere, ritorna in Sardegna nel seminario sardo di Cuglieri, dove viene ordinato prete il 31 luglio 1938. Parroco di Ittireddu fino al 1942, per 4 anni, dal 1943 al 1949 responsabile della parrocchia di Bono. Per due anni rettore del seminario diocesano, dove la mai sopita vocazione missionaria si ripropone.

Nel 1951 la cooperazione tra le diocesi di Ozieri e Rio Preto lo porta in Brasile dove diventa prima collaboratore e poi parroco nella chiesa di Sao Joao Batista.  «A Josè Bonifacio, dove operò fino alla morte - aggiunge Melis - fu amato come un vero padre. La sua carità concreta, la sua attenzione ai piccoli e ai poveri, la sua capacità di educare e accompagnare, fecero di lui un autentico costruttore di comunità. Molti lo ricordano per la sua povertà evangelica, vissuta con naturalezza e serenità. Possedeva l’indispensabile. Non cercò mai onori né riconoscimenti: bastava a lui sapere di poter servire il Signore nei fratelli».

Don Angelo muore il 15 settembre 2008. Nel gennaio 2016 la Congregazione per le cause dei santi lo dichiara servo di Dio. Col decreto di “venerabilità”, concesso dalla Chiesa dopo un esame accurato delle sue virtù umane e cristiane, don Angioni inizia il cammino verso la beatificazione. Bisognerà che i postulatori riescano a portare davanti alla Commissione medica del Vaticano, formata da medici credenti e non, una guarigione scientificamente inspiegabile, dovuta all’intercessione di questo sacerdote in Brasile, a Ozieri e Bortigali praticamente già santo.

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