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Olbia 2050, gli studenti di architettura raccontano la città del futuro

di Antonella Usai
Olbia 2050, gli studenti di architettura raccontano la città del futuro

Il progetto coordinato da Giovanni Maciocco indica nuove prospettive per gli spazi urbani

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Olbia Come sarà Olbia nel 2050 e quali saranno le possibili modifiche urbanistiche della città del futuro? Al quesito hanno risposto gli studenti del primo anno dei corsi di architettura del Dipartimento di architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari, con sede ad Alghero, che durante l’anno accademico hanno elaborato scenari futuri per la città, capaci di rispondere alle trasformazioni in atto e soprattutto ai rischi legati al cambiamento climatico.

Il frutto di questo lavoro – coordinato da Giovanni Maciocco, architetto, urbanista e docente universitario – è contenuto nella mostra “Olbia 2050 - Scenari progettuali”, inaugurata ieri al museo archeologico (progettato proprio da Maciocco nella sua Olbia), dove sarà visitabile fino al 25 luglio.

L’attività didattica proposta dal Dipartimento è stata finalizzata nell’individualizzazione delle strutture che all’interno della città potrebbero evolversi senza che la stessa venga scomposta e così anche il suo assetto urbano rispetto ai rischi legati al cambiamento climatico. Questo è stato verificato e realizzato attraverso modelli di previsione dei trend e dei principali parametri che vengono messi in relazione tra fiume e mare nel golfo di Olbia.

«Il lavoro svolto dagli studenti con il supporto di due docenti due docenti, Andrea Sulis e Damiano Muru, pone diversi obiettivi – spiega Giovanni Maciocco –. Alcuni sono di carattere pedagogico in cui agli studenti viene data la possibilità di avere una concezione del futuro della città. Ed é proprio il futuro che é un aspetto molto importante. Questo incontro tra studenti giovani e la città é una collisione virtuosa e l’anno 2050 é un riferimento a un periodo lungo che consente di guardare avanti con fiducia che tutto ciò possa essere trasformato e migliorato. Gli studenti hanno individuato delle strutture che possono migliorare la città senza trasformarla».

I progetti infatti hanno messo in luce le relazioni profonde tra gli elementi ambientali del territorio, il golfo interno ed esterno, i rii e il fiume Padrongianus restituendo la complessità urbana in contesti che oggi sono caratterizzati da usi specifici, come l’area industriale e le zone turistiche Le proposte degli studenti mirano quindi a trasformare gli spazi oggi inutilizzati e che sono capaci di rispondere ai fabbisogni abitativi e di servizio sia a nord che a sud della città.

«Sogno una città importante – dice il sindaco Settimo Nizzi – che riesca a migliorare ancora di più la qualità della vita di chi decide di abitare qui. Oggi vediamo che il cambiamento c’é stato e bisogna procedere ancora alla modifica di alcune parti della città per fare in modo che possa essere più appetibile sia dal punto di vista del mercato edilizio che di quello commerciale».

Così l’area industriale viene invece ripensata superando la sua attuale funzionalità, per accogliere degli spazi che oggi sono poco utilizzati o lasciati alla semplicità e che vengono riconnessi tra loro e integrati con le strutture ambientali, che a loro volta diventano elementi fondamentali per costruire una nuova qualità della vita. «Sotto la supervisione del di Giovanni Macciocco – così il presidente del Cipnes Livio Fideli – sono stati analizzati e realizzati approcci innovativi per lo sviluppo di questo progetto cercando di trovare una visione comune sia dal punto di vista ambientale che urbanistico. Queste coesioni sono l’esempio di un’idea accademica che si può sfociare in un progetto futuro».

«La collaborazione tra Cipnes e Dipartimento – ha aggiunto il direttore del Cipnes, Aldo Carta – è iniziata diversi anni fa e oggi assistiamo a uno scenario urbanistico futuro veramente importante. Questi interventi sono uno degli investimenti più importanti e che devono essere portate avanti. Il connubio tra Università e Cipnes lo considero una delle cose più produttive e importanti degli ultimi anni».

All’inaugurazione erano presenti anche Emilio Turco, direttore del Dipartimento di architettura, Enrico Cicalò e Paola Rizzi, coordinatori dei corsi di laurea in Architettura e urbanistica, Antonello Marotta, Andrea Sulis e Damiano Muru, che e gli studenti che hanno illustrato il progetto accompagnati dai tutor Sabina Selli, Delia Pasella, Cinzia Nieddu, Gabriele Bennati, Maurizio S. Serra, Daniele Angelone, Andrea Carboni, Federico Miscali.

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