La Nuova Sardegna

L’allarme

È arrivata anche in Sardegna la vespa killer: stermina le api

di Federico Spano
È arrivata anche in Sardegna la vespa killer: stermina le api

Dopo la scoperta a Ilbono al lavoro entomologi di Sassari, Pisa e Firenze

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Sassari La vespa killer delle api è arrivata anche in Sardegna. Il temuto calabrone dalle zampe gialle (Vespa velutina), originario del sud est asiatico, è stato avvistato per la prima volta nell'isola nelle campagne di Ilbono. Una pessima notizia per gli apicoltori e, in generale, per gli insetti impollinatori. Le api in Sardegna non hanno strumenti per difendersi da questo predatore. Il danno economico per l’apicoltura e il rischio per la biodiversità è talmente alto, che a Ilbono sono subito intervenuti gli entomologi del dipartimento di Agraria, dell'università degli Studi di Sassari e del National Biodiversity Future Centre (Nnfc), supportati dai colleghi dell’università di Pisa e dell’ateneo di Firenze, del Crea di Bologna, dall’agenzia Laore, dai tecnici apistici dell’associazione Toscana Miele e dagli apicoltori sardi.

In Toscana e in altre regioni italiane, infatti, la Vespa velutina, chiamata anche calabrone asiatico, è presente già da alcuni anni. Questa specie è ben più dannosa rispetto alle altre due specie di calabroni precedentemente introdotti in Sardegna; infatti, nel 2010 era arrivata la Vespa crabro o calabrone europeo e nel 2021 era apparsa nell’isola Vespa orientalis o calabrone orientale. «Queste specie aliene vengono introdotte nell'isola in modo del tutto casuale – spiega Michelina Pusceddu, entomologa del dipartimento di Agraria dell’università di Sassari – . Spesso con il legname importato da altre regioni dove questo calabrone risulta essere già presente. Le regine, infatti, una volta fecondate, trascorrono l'inverno in diapausa (una sorta di letargo per gli insetti) spesso nascoste in cavità all’interno del legno. Mentre nel tardo autunno il resto della colonia va in declino e tutti gli individui muoiono, la regina sopravvive e nella successiva primavera si risveglia fondando una nuova colonia. Quando il legname viene tagliato, dunque all'interno ci potrebbero essere regine che si risvegliano in un’altra area che non è quella di origine. Come probabilmente è accaduto in Sardegna con la Vespa velutina».

La mattina del 4 agosto scorso, dopo avere catturato una di queste vespe in uno dei tre apiari in cui era stata osservata predare le api foraggiatrici all’ingresso degli alveari nelle campagne di Ilbono, gli esperti l'hanno munita di un dispositivo di tracciamento (radiotrasmettitore) e dopo averla liberata, con l’uso di particolari antenne, sono riusciti a individuare il nido che si trovava a circa 500 metri di distanza. Nella serata di ieri, il team di esperti ha proceduto alla distruzione del nido che al momento pare essere l’unico nell’area. È stato possibile eseguire questo intervento in maniera tempestiva grazie ai progetti “Aliem Vigil” e “Genapis.it3” di cui il Dipartimento di Agraria è partner e al progetto “velutina Toscana” finanziato dalla Regione Toscana. «Per il futuro – aggiunge la dottoressa Pusceddu – sarebbe opportuno, sul modello di altre regioni che hanno dovuto affrontare questa emergenza, proseguire con il monitoraggio da parte degli apicoltori dei loro apiari, creare una rete di sorveglianza e formare del personale tecnico locale in grado di intervenire prontamente nel caso di probabili nuove introduzioni di questa specie aliena». L’entomologa Pusceddu ha creato una pagina Facebook divulgativa proprio sulle vespe “aliene” (Monitoraggio Vespa crabro & Vespa orientalis In Sardegna) in cui vengono date informazioni agli agricoltori, su come riconoscerle e su chi chiamare in caso di necessità.

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